[Articolo pubblicato su Sette/CorrieredellaSera il 21 novembre 2014, parte 1, parte 2] In tempi di turismo 2.0, si torna a parlare di viaggi intergenerazionali. E i classici dei classici, rispondono all’appello. Navi da crociera che, come la Quantum of the Seas di Royal Caribbean, si attrezzano con cabine modulabili per famiglie numerose. E Paesi come il Sudafrica che si presentano al grande pubblico come la meta giusta per un’avventura accessibile e sicura, con tariffe estremamente concorrenziali e la possibilità di combinare sogni evergreen come il safari con i Big Five, patrimoni storici e culturali, e spiagge: l’itinerario dell’Eastern Cape, malaria free, dall’Algoa Bay agli elefanti dell’Addo National Park è forse il più indicato, ma persino le grandi città come Cape Town o Johannesburg rivendicano il loro rinnovamento. E se il Sudafrica è stata eletta da molti osservatori la meta con il miglior rapporto prezzo e qualità offerta, in Europa, sono le città dell’est le mete emergenti. Prima di tutte Cracovia, poi Varsavia e Tallinn, con voli low cost che, in questi mesi, in alcuni casi vedono persino raddoppiare la frequenza.
Forse la consapevolezza dell’influenza della tecnologia nell’evoluzione dell’esperienza viaggio ancora manca. Eppure, persino a Cortina, non certo meta di geek incalliti, da quando Google Street View è arrivato in quota, si prenota dando prima un’occhiata alla webcam, quindi cliccando su booking.dolomiti.org direttamente dallo smart phone. Non è una cosa per pochi eletti. Se Euromonitor conferma l’impennata dell’uso di tablet e simili nell’organizzazione della vacanza, tra i dati presentati a EnVision, primo evento dedicato al futuro della tecnologia nei viaggi, stupiva quel primo posto in Europa (e quarto nel mondo) dato all’Italia nella condivisione delle prenotazioni fatte da mobile. Lo facciamo insomma, e ci piace farlo sapere.
Per farsi un’idea, basti pensare che Sabre, azienda leader mondiale nell’offerta di soluzioni hitech per l’industria turistica, ogni anno elabora più di 12 miliardi di richieste di acquisto. Vogliamo leggere sullo smart phone avvisi in tempo reale sui voli, essere aggiornati su ritardi e maltempo, ricevere informazioni quando entriamo in un museo, in una libreria o in un negozio. E vogliamo, soprattutto, condividere itinerari, scoperte, incontri. Un’enorme quantità di dati che sta creando una geografia parallela e, in un futuro non lontano, un’altra tipologia di compagno di viaggio. Secondo IMS Research, entro il 2016 saranno consegnati 6,6 milioni all’anno di Google Glass, gli occhiali con videocamera che, semplicemente rispondendo a un comando vocale, possono fare ricerche su Internet, utilizzare Google Maps per le indicazioni stradali, scattare foto e video da condividere sui social network.
È l’inizio del turismo 3.0. Del viaggio in realtà aumentata mandato in videoconferenza in tempo reale a chicchessia. Inutile storcere il naso. Anche se ci rifugiassimo in un angolo della spiaggia di Camogli, accontentandoci del caldo che riverbera dai sassi, o di una cosa banale come un orizzonte blu e una brezza salata, arriverà.