I giardini della rinascita
«Non esiste nel mondo nessuna civiltà che non abbia provato il bisogno di avere i suoi giardini”, scriveva nel suo L’arte dei giardini lo storico francese Pierre Grimal. E anche la “civiltà delle ville venete”, che disegnò in modo definitivo il territorio della Serenissima dalla metà del 500, non seppe rinunciare a, sempre per citare Grimal, quel “recinto meraviglioso in cui si impara a barare con le leggi della Natura”. Architettura verde in movimento contrapposta all’architettura fissa delle pietre, i giardini sono più che semplice luogo di svago. E questo periodo storico è quello forse più propizio a una riscoperta. Per la prima volta quest’anno, per esempio, il “bosco sacro” di Villa Valmarana ai Nani, alle porte di Vicenza, è aperto con visite guidate. Visto il successo, una volta al mese l’evento si prolunga in orario serale. Passeggiando tra i lecci secolari, si arriva alla Pagoda, un edificio del Settecento interamente affrescato e con finestre a scomparsa: era il luogo dove i proprietari si riunivano a prendere il tè. Perché la Villa, che prende il …