All posts tagged: Repubblica

Liberi tutti

Ho conversato con Daniele Francesconi, direttore, in occasione del mio pezzo per Repubblica sulla 21ª edizione di festivalfilosofia che si tiene il 17, 18 e 19 settembre 2021 a Modena, Carpi e Sassuolo. Questa è l’intervista integrale. “Libertà, una parola molto usata e forse ab-usata, un concetto solo apparentemente semplice e spesso banalizzato. Con il festivalfilosofia volete forse restituire alla parola “libertà” tutta la sua complessità? Noi scegliamo i temi con una doppia prospettiva. Da una parte la tradizione filosofica, con questioni di lunga durata, dall’altra esperienza dell’oggi e il senso comune. Per 20 anni il termine “libertà” ci è sfuggito, ma non c’è dubbio che in quest’ultimo anno e mezzo (la parola è stata scelta alla fine della scorsa estate), abbiamo avuto esperienza diretta con i margini della libertà e di cosa significa la connessione tra libertà individuale e la responsabilità verso la comunità. Da non filosofa mi incuriosisce molto la relazione tra l’esercizio della libertà, e i processi biologici che costituiscono la mente. Il legame, insomma tra libertà e neuroscienze. C’è un fondamento …

I giardini della rinascita

«Non esiste nel mondo nessuna civiltà che non abbia provato il bisogno di avere i suoi giardini”, scriveva nel suo L’arte dei giardini lo storico francese Pierre Grimal. E anche la “civiltà delle ville venete”, che disegnò in modo definitivo il territorio della Serenissima dalla metà del 500, non seppe rinunciare a, sempre per citare Grimal, quel “recinto meraviglioso in cui si impara a barare con le leggi della Natura”. Architettura verde in movimento contrapposta all’architettura fissa delle pietre, i giardini sono più che semplice luogo di svago. E questo periodo storico è quello forse più propizio a una riscoperta. Per la prima volta quest’anno, per esempio, il “bosco sacro” di Villa Valmarana ai Nani, alle porte di Vicenza, è aperto con visite guidate. Visto il successo, una volta al mese l’evento si prolunga in orario serale. Passeggiando tra i lecci secolari, si arriva alla Pagoda, un edificio del Settecento interamente affrescato e con finestre a scomparsa: era il luogo dove i proprietari si riunivano a prendere il tè. Perché la Villa, che prende il …

Bivacchi alpini: l’ultima frontiera dell’accoglienza in alta quota

È un’architettura estrema, ridotta al minimo eppure resistente a condizioni meteorologiche limite, sbalzi di temperatura radicali, neve e terreni accidentati, quella dei bivacchi di alpini. Un’architettura elementare, che riconduce alla necessità primordiale dell’essere umano di proteggersi dalla natura. «Ci sono i bivacchi storici che resistono, come la capanna Resegotti, a 3624 m. sulla Punta Parrot, a dominare l’alta Val Sesia, ma negli ultimi anni, anche per la necessaria sostituzione di alcuni ormai inagibili, sono molti gli architetti che si sono confrontati con l’existenz minimum, uno spazio minimo a misura d’Uomo, a metà tra esercizio stilistico e pratica ingegneristica in quota» dice Aldo Faleri, docente di Design Alpino alla Scuola di Design del Politecnico di Milano e curatore di mostre e incontri sul tema. Senza fuochi, senza acqua, senza i confort a cui ci hanno abituato i classici rifugi, il bivacco è anche l’occasione per sperimentare nuovi moduli abitativi prefabbricati. Ad aprire questa via Stefano Testa e Luca Gentilcore di LEAPfactory (Living Ecological Alpine Pod) con l’ormai noto bivacco Gervasutti sul Monte Bianco, una sorta di …

Con e-bike, picnic e yoga. Il vino che non ti aspetti

E anche le degustazioni digitali le abbiamo provate. Instagram Live guidati da esperti enologi o sommelier, webinar che ci conducevano, si fa per dire, in cantina o in malga. «La tecnologia è servita a mantenere una vicinanza con clienti e turisti, in alcuni casi ad aiutare le vendite, e sicuramente di questa innovazione obbligata qualcosa rimarrà anche nel futuro, ma il digitale è per lo più uno strumento per la pre e post esperienza turistica tradizionale». Roberta Garibaldi, docente di Tourism Management all’Università degli Studi di Bergamo, recentemente entrata nel consiglio di amministrazione della World Food Travel Association, è un’esperta di turismo enogastronomico. «In verità l’enogastronomia non è mai stata la prima motivazione per intraprendere un viaggio, ma senza dubbio negli ultimi anni, il 94 per cento di chi si trovava in vacanza ha voluto fare questo tipo di esperienza. Gli italiani, in particolare, secondo le nostre ricerche, almeno per il 75 per cento tendono a muoversi nel territorio locale quando si parla di enogastronomia, cosa che, visto quello che ci dicono tutti i dati …

Vacanze italiane

Pronti, si parte. Quelli che lo faranno entro giugno sono, secondo Coldiretti, circa sette milioni e, com’era prevedibile, la maggior parte sceglierà il Bel Paese. Ma anche a estate inoltrata, questa volta sono dati di Enit e Touring Club Italiano, è probabile che gli italiani preferiranno una vacanza che parla la loro lingua. Effetto delle limitazioni oggettive? In parte è così, ma è anche vero che gli ultimi mesi hanno accelerato tendenze che già stavano modificando le ragioni alla base del viaggio. Non più “dove”, come scrive Emma Taveri di Destination Makers nell’Alfabeto Pandemico di Stato dei Luoghi, ma “perché”. Non semplici destinazioni, ma luoghi emozionali che oggi devono rispondere a desideri di libertà e spazi aperti, voglia di famiglia più o meno allargata, protezione e tranquillità. Sentirsi a casa anche lontano da casa insomma, con quella voglia di meritato relax a contatto, il più possibile, con la natura. Mari o monti, in fondo, non sono nemmeno più in contrapposizione. Che ci si trovi in riva al mare o in un bosco, l’importante è infatti riprendersi …

Le nuove architetture del vino

«È finito il tempo delle archistar. I progettisti che oggi stanno ripensando le architetture del vino tengono a bada il proprio ego a favore di funzionalità e sostenibilità». Parlava così Tony Chambers, direttore creativo e consulente di design, qualche settimana a Academia Berlucchi, una sorta di moderno simposio voluto dalla famiglia Ziliani sui temi di sostenibilità, territorio e innovazione. Ciò non significa che le nuove architetture del vino non siamo spettacolari, se mai, che lo sono in un modo nuovo. Più intrecciato a produzione e cultura del vino, e fedele alla geografia in cui questi edifici sono inseriti. D’altra parte oggi, se si costruisce “su” e “per” la Terra, non si può non parlare di sostenibilità. «Non solo ambientale però» continuava Chambers, «bisogna tener conto anche degli esseri umani che abitano e lavorano in una costruzione, altrimenti la sostenibilità architettonica diventa un gesto vacuo». Che è poi quello che dice Hikaru Mori dello studio ZitoMori per il progetto della nuova cantina Masseto a Bolgheri, quando afferma che l’edificio è fatto per ospitare un insieme complesso di …

Una camera per il futuro

Dove dormiremo nei prossimi anni? La domanda sembra scontata, ma nel mondo dell’ospitalità, e cioè di chi si occupa del design dei luoghi dei nostri sonni per professione, c’è sentore di rivoluzione. Con una certa lungimiranza, se entro cento anni le destinazioni delle vacanze saranno Marte o la Luna, isole galleggianti o vette solitarie, se le escursioni nel deserto affronteranno temperature sempre più estreme, è probabile che cambierà anche il set del nostro riposo. È quello che si legge nel rapporto di Hilton sul futuro del mondo dell’hôtellerie, redatto con la consulenza di esperti internazionali tra cui il futurologo Gerd Leonhard. Una conferma arriva da Alta Loma, in California, dove è iniziata la costruzione della Stazione Von Braun, il primo hotel spaziale che inaugurerà nel 2025, quando saranno imbarcate le prime cento persone. Nonostante l’atmosfera da 2001: Odissea nello spazio, i turisti, assicura la Fondazione Gateway titolare del progetto, si sentiranno come a casa. Riportando i piedi sulla Terra, la sfida immediata consiste nel rispondere alla trasformazione nei costumi dell’abitare apportata dall’effetto Airbnb, nonché all’avanzata …

Il futuro del food delivery

C’è stato forse un tentennamento, un sussulto di coscienza su qualche social network, magari dopo i dati recenti dell’Osservatorio Incidenti Rider Food Delivery istituito dall’Associazione Amici Polizia Stradale, poi però il digital food delivery ha ripreso la sua avanzata. Inarrestabile. È quasi diventato un sostantivo a sé. Invece di «Ci facciamo una spaghettata…», c’è sempre qualcuno che se ne esce con: «Chiamiamo un Deliveroo?». Oppure un Uber Eats, un Just Eat, un Glovo, che sembra ci sia la fila dei fattorini pronti a recapitarti sull’uscio un (qualsiasi) piatto pronto. In attesa di verificare se, nel 2030, come dice uno studio di UBS, la maggior parte dei pasti non sarà più cucinato in casa, ma in ristoranti o cucine esterne, non resta che prendere atto dei numeri dell’ultimo rapporto dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, e che dice che il Food Delivery è il primo comparto del mercato on line con 566 milioni di euro e una crescita del 56 per cento rispetto al 2018, e che ormai quasi la metà degli italiani può usufruire di questo …

Pronti, si parte. La meta è a sorpresa

«Ho saputo che sarei andata a Barcellona con le mie amiche all’aeroporto. Una settimana prima avevamo ricevuto una mail con data e ora dell’appuntamento e l’indicazione di mettere in valigia magliette a maniche corte, scarpe comode e macchina fotografica. E poi per posta una busta che potevamo aprire solo un’ora prima e in cui abbiamo trovato i documenti del check in, una guida personalizzata della città, l’indirizzo dell’hotel e suggerimenti per la cena. È stata forse l’emozione più forte della vacanza». Tanto che dopo questo primo viaggio a sorpresa, Antonietta ne ha voluto provare altri e si è ritrovata, con marito e tre figli, alle 5 del mattino a Milano Linate, per partire, a loro insaputa, per New York. A impacchettare tutto era stato il team femminile di Onivà, agenzia pioniera in Italia nell’organizzazione delle così dette “vacanze al buio”. «La richiesta di questa esperienza è raddoppiata nell’ultimo anno» dice la titolare Francesca D’Urbano. «Il nostro è un vero viaggio su misura organizzato basandoci su un questionario dettagliato in cui vengono chiesti interessi, passioni e …

Camping contro glamping. È lotta di classe?

È un popolo di quasi cinque milioni di persone quello che continua a voler passar le notti in tenda. Un po’ ridimensionato rispetto a qualche hanno fa certo, ma a compensare la fuga e a non fermare la crescita del giro d’affari, arrivato nel 2018 fino a 1,6 miliardi di euro, ci hanno pensato gli stranieri. D’altra parte – lo dice il nuovo Osservatorio del Turismo Outdoor – il turismo all’aria aperta piace segnando, anche nel 2019, un bel 2,3 per cento in più. E il muro ideologico che un tempo divideva i “turisti in libertà” da quelli “viziati” dal confort di hotel e residence, non esiste più. Parte del merito va forse attribuito alla moda tutta americana del glamping (ne ho scritto più volte qui) , fortunato neologismo nato dall’unione di glamour più camping, arrivato nel Bel Paese ormai una decina di anni fa, ed erroneamente additato come causa della perdita dell’innocenza della vacanza democratica per eccellenza. «È sbagliato pensare che alla base della scelta di una vacanza in campeggio ci sia una ragione solo …