Viaggiare slow and food
[Articolo pubblicato su Sette/CorrieredellaSera il 21 novembre 2014, qui la parte 1]. La principale motivazione che sta dietro la scelta di una meta è, dati alla mano, il cibo. Secondo Pangea Network, l’attuale 66 per cento che mette l’enogastronomia come ingrediente base del viaggio è destinato ad aumentare. Ma, ancora, non si tratta di andare a “mangiare lontano” o a seguire passivamente percorsi di degustazione. Significa imparare a coltivare prodotti locali, partecipare a corsi di cucina, aiutare popolazioni a preservare tradizioni autoctone. Così, anche le classiche mete tutte spiagge bianche e mare cristallino si adeguano. Alle Isole Vergini Britanniche per esempio, non bastavano i fenicotteri di Anegada o le piscine naturali di Virgin Gorda e, da novembre, ecco la prima edizione di BVI Food Fete, il Festival dei Sapori Caraibici istituito per allietare i turisti con lezioni di barbecue, sfilettatura di pesce, preparazione della tipica aragosta spinata e salsa creola. In Repubblica Dominicana, sono le Rutas di prodotti come zenzero, cacao, o caffè, ad aver incrementato, e diversificato, un turismo fedele alla formula villaggio. Da …