Designfulness, l’interior design sposa le neuroscienze
Una curiosità iniziata a cinque anni, quando da sola codificava i colori dei suoi orsacchiotti e arredava la camera in modo da essere “più felice”. Poi gli studi di architettura e design e il fascino esercitato dalle neuroscienze che potevano spiegare, attraverso il funzionamento del cervello, come gli ambienti in cui viviamo influenzano il nostro benessere. Così Isabelle Sjövall, di Stoccolma, ha pensato che ci potesse essere un altro modo per occuparsi di interior design, il neurodesign, o come titola il suo ultimo libro, il Designfulness. Come rileggere la storia di design e architettura alla luce delle scoperte del neurodesign? Oggi noi passiamo circa il 90 per cento del nostro tempo all’interno di edifici, cosa che non succedeva secoli fa, ma il nostro cervello è rimasto pressoché lo stesso e non ha avuto tempo di adeguarsi. Dovremmo tenerlo a mente quando progettiamo case, uffici o scuole. Per esempio, utilizzare il vetro per avere più luce naturale è una buona cosa, ma troppo vetro insieme a pietra e acciaio spesso creano un terribile ambiente acustico. E …