All posts tagged: Gioia!

Camminare fa rima con meditare

«I piedi dicono tutto di una persona. Sul passato e sul presente». Daniela Castiglione, reflessologa plantare, ha cominciato a camminare sei anni fa poi, l’anno scorso, la scommessa: affrontare il Cammino di Santiago offrendo massaggi ai piedi in cambio delle storie di viaggio di chi incontrava. Ne è nato un libro, Ai piedi di Santiago (Ediciclo), da pochi giorni in libreria, in cui le piante dei piedi sono state trasformate in una sorta di mappe viventi: «Ho tracciato le linee del plantare come se fossero sentieri di un percorso di vita personale, ognuno ha il suo, come un’impronta digitale. Le persone che camminano hanno un piede di solito molto curato e più consapevole, educato alla mobilità. Sono piedi che stanno bene, collegati alla terra, vivi e presenti». In questi anni ci hanno ripetuto fino alla noia che ogni giorno dovremmo fare 10mila passi. Il numero magico per stare in salute e che ha portato per strade e parchi migliaia di persone. Eppure mettere un piedi davanti l’altro è molto di più di un esercizio fisico. Secondo …

Dark kitchen, se il food delivery nasconde la cucina

Metti una sera a casa di amici. Solo che non è sabato, non c’è la pizza e nessun ha cucinato. È domenica sera, siamo tornati da un week end o una gita fuori porta, e l’unica fatica fatta è stata quella di digitare sullo smartphone i piatti del ristorante preferito che, ordinati in tangenziale, ci sono stati recapitati alla porta. È questa, secondo una recente indagine di Deliveroo (servizio di food delivery presente a Milano, Roma, Piacenza, Firenze, Torino, Bologna e Monza), una delle mode alimentari del momento. Uno dei tanti effetti collaterali della connessione tra cibo e tecnologia digitale che, con buona pace degli show cooking televisivi che ci vorrebbero per ore davanti ai fornelli, sta riducendo l’ambiente cucina a mero locale di servizio, e la convivialità a una più prosaica condivisione di foto sui social. E poi ci sono i dati. Quelli dell’osservatorio del Politecnico di Milano rivelano per esempio che dei 20milioni di on line shopper presenti in Italia, il 24 per cento acquista cibo in ogni forma e modo, con il …

Cracco, la buona tavola è tutta salute

Chi l’avrebbe mai detto. Uno degli chef più richiesti del panorama stellato, una star della televisione e della ristorazione (inaugurato settimane fa il Garage Italia con Lapo Elkann mentre c’è grande attesa per il ristorante in Galleria Vittorio Emanuele), che si concede una svolta salutistica. Ma Carlo Cracco precisa subito: «Mangiare sano significa da sempre mangiare bene. E la cucina che fa bene è in realtà figlia della cucina di qualità». Epperò nel suo nuovo libro Il buono che fa bene (Vallardi), che vede la consulenza scientifica di Antonio Moschetta, docente di medicina interna all’Università di Bari e ricercatore per l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro su regolazione genica e metabolismo dei tumori, del legame tra salute, prevenzione e cibo, si parla. E molto. «Alla base di tutto ci sono gli ingredienti. Un ingrediente di qualità è un cibo salutare: a me, per esempio, piace il rabarbaro, ma quello selvatico che mi faccio portare da un contadino fuori Milano, è il massimo del sapore e, guarda caso, ha anche il massimo delle proprietà», spiega …

Novel food, i cibi “nuovi” sulla nostra tavola pronti a sbarcare nel 2018

C’era una volta il cibo. Quello che ci dava carboidrati, vitamine, proteine e, non ultimo, le gioie del palato. Che evidentemente non sono bastate se oggi, quando compriamo un pomodoro, pensiamo più alla potente azione antiossidante del licopene che alla sua saporosità, o se, mentre sorseggiamo un vino rosso, ci consoliamo con il resveratrolo che ridurrà il nostro colesterolo cattivo. «Negli ultimi anni, del cibo sono state studiate e rivalutate le singole molecole e principi attivi che agiscono in modo specifico nel nostro corpo» dice Vincenzo Longo, responsabile della sede di Pisa dell’istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria del CNR. Con la sua équipe, si occupa di alimenti che, arricchiti di nutrimenti essenziali, acquisiscono speciali proprietà benefiche. Sono i novel food, i cibi “nuovi” con un alto valore nutritivo e che comprendono, oltre a particolari funghi, alghe o insetti, prodotti alimentari modificati nella struttura molecolare. Certo, prima che tutto questo finisca sulla nostra tavola, bisognerà aspettare il nuovo regolamento in vigore da gennaio 2018, ma intanto, qualcuno si sta allineando a quello che è già …

Bottura: uno chef contro lo spreco

Ho sentito Bottura per un articolo sullo spreco alimentare che trovate a questo link, l’ho sentito per telefono perché era a New York tra una conferenza e un’altra. È stato al solito sempre gentile, mentre saliva su un taxi e diceva che non aveva tempo, anche se poi, alla fine, il tempo per dire qualcosa a cui tiene lo trova sempre. Poche parole, ma importanti, in attesa del suo Bread is Gold la cui dati di pubblicazione sembra ora fissata per il 7 novembre 2017. Dopo Milano e Rio, Londra. Il 5 giugno, Massimo Bottura ha inaugurato a Earl’s Court il Refettorio Felix, altro progetto della fondazione Food for Soul  insieme all’associazione di beneficenza Felix Project, mensa che offrirà alle persone bisognose più di due mila pasti preparati da chef con ingredienti di recupero. «Non si tratta però di un progetto di carità, ma culturale» dice il cuoco modenese. «Di un’altra mensa per i poveri non c’era bisogno, c’è bisogno invece di mettersi in prima linea contro lo spreco. I numeri parlano chiaro: 860 milioni …

Un mondo di cibo. Sprecato

“Il sistema alimentare è uno dei più inefficienti del sistema umano” ha detto Sam Kass, chef guru di Barack Obama. Erano seduti sul palco di Seeds&Chips, il summit globale sulla Food Innovation di Milano, lui e l’ex presidente americano, quasi in maniche di camicia, come due vecchi amici a far due chiacchere salottiere sul fatto che, se andiamo avanti così, tra cambiamento climatico e sprechi, sarà difficile che in futuro ci sarà cibo per tutti. «Negli Stati Uniti usa si getta il 40 per cento di ciò che si porta in tavola. Se imparassimo a mangiare cibi freschi, invece che confezionati e porzionati, sarebbe già un passo avanti. Perché possiamo, e dobbiamo, innovare nella produzione, ma la scelta di come e cosa mangiamo ogni giorno può fare la differenza», ha detto Obama. Sta di fatto che la Banca Mondiale parla chiaro: circa 10 miliardi di bocche da sfamare nel 2050, quasi tre più di oggi, e almeno il 40 per cento (dati Ocse) che avrà serie carenze d’acqua. E non è che da queste parti …

Barry Sears, mangiare bene per salvare il pianeta

Ho incontrato Barry Sears durante un convegno a Milano e in occasione di un mio articolo per Gioia!. È stata l’occasione di parlare di cibo e salute del pianeta. E di come l’alimentazione può decidere sul nostro futuro ambientale, sociale e democratico. La Zona ha compiuto 20 anni: rispetto agli inizi che cosa è variato, di quali scoperte genetiche e scientifiche si è arricchita? Molte intuizioni con cui ho iniziato venti anni fa si sono rivelate giuste nel corso del tempo. Oggi la Zona si è arricchita di scoperte di alimenti essenziali che la hanno resa uno strumento più potente. Come l’inclusione di olio di pesce ad alto dosaggio, o l’aiuto di polifenoli per attivare i geni. La terza novità sta nel ruolo della dieta per rendere più sano il nostro intestino. Il prodotto finale è sempre lo stesso: ridurre l’infiammazione. Lei sostiene che l’invecchiamento precoce è in aumento. In realtà noi viviamo di più, come lo si spiega? Bisogna distinguere l’invecchiamento semplice dalla longevità in salute, che si definisce con il numero di anni vissuti meno gli anni vissuti con disabilità. Troppi anni …

La Dieta Mediterranea che non c’è più

Doveva capitare anche a lei. A un patrimonio culturale immateriale dell’Umanità Unesco (dal 2010) che è andato di pari passo con la storia dell’Uomo fin da quando ha cominciato a usare l’aratro. La Dieta Mediterranea, quella che con olio d’oliva, verdure, frutta, legumi, cereali, vino, pesce e poca carne, ci ha regalato qualche anno in più e arterie migliori rispetto a molte altre popolazioni che non vivono a contatto con il Mare Nostrum, diventerà una Med Diet 4.0. Con buona pace persino della famosa Piramide Alimentare, che da qualche decennio ci indica, con un semplice grafico, quali sono i cibi giusti, e le loro relative quantità, per un’alimentazione corretta e salutare. «Si tratta di un’evoluzione in chiave contemporanea della dieta, che smette di essere “solo” un modello nutrizionale, per diventare uno stile di vita sostenibile per le generazioni presenti e future» dice Giovanna Caccavelli, dietista del Centro Studi Sprim, società organizzatrice di NutriMI e della Prima Conferenza Mondiale sulla Dieta Mediterranea dal titolo Revitalizing the Mediterranean Diet che vedrà, il 7 e 8 luglio scorsi, a …

Malati di benessere

Poche illustrazioni raccontano meglio la nostra relazione con il cibo delle copertine del settimanale The New Yorker per il Thanksgiving. Decenni di riunioni conviviali intorno al tradizionale tacchino, che nel tempo si sono trasformate in banchetti all’insegna delle nuove mode alimentari. Così, tra televisioni e smart phone al posto del cucchiaio, ecco che, pur seduti alla stessa tavola, il famigerato gallinaccio ripieno ha fatto posto a tanti piatti diversi: vegetariano, vegano, macrobiotico, senza lattosio o glutine, crudista, kosher… Un inno alla varietà dei gusti che per altro si può sperimentare ogni qualvolta si organizza un’uscita a cena con più di quattro amici, che qualcuno che ha scoperto che, no, i cibi cotti a più di 45 gradi proprio non si possono mangiare… Sull’individualismo alimentare, e sul cibo ormai diventato una religione hanno scritto antropologhi come Marino Niola (Homo dieteticus, il Mulino ed.) e sociologi come il direttore del CNR francese Claude Fischler, ma la questione, oggi, è tutta nei numeri sonanti del Rapporto Coop 2016 appena presentato. È così che si scopre che gli italiani, …

Lavoro: smell designer

Qualcuno ha detto che il profumo è ciò che si mette sopra a un odore. E anche nelle parole di ogni giorno, chi dice profumo evoca fragranze e piacevoli effluvi; l’odore, invece, è sempre qualcosa a cui si accenna con una certa pudicizia, che va gestito come le buone maniere a tavola. Eppure, mentre gli scaffali dei beauty shop si riempiono di profumi gender free, flaconi design ispirati alle fiale di laboratorio o a spray per le pulizie, rimandi aromatici a viaggi nel deserto o all’erba tagliata, anche l’odore sta cercando di farsi sentire. Con il naso, naturalmente. Ma anche costruendosi un pedigree di tutto rispetto che comprende citazioni letterarie e la paternità di un titolato smell designer. Per dire, se la star del design Tom Dixon non avesse descritto con precisione il suo Scent London (in versione candela acquistabile sul sito per la modica cifra di 120 euro) come l’odore dei crochi e delle ortiche nei parchi di mattoni rossi di Londra, mescolato al sentore salato del Tamigi nei pressi del quartiere di Dagenham, …