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Questioni di naso

La qualità e la biodiversità si riconoscono anche dall’odore. La cipolla di Cannara, in Umbria, ha un odore intenso, con sentori erbacei e sulfurei. Lo Strachitunt, lo stracchino lombardo ricco di batteri lattici dalle caratteristiche venature verdi-bluastre causate dalle muffe, ha note prima lattiche, poi metalliche. Mentre l’aroma del Bruss, la crema biancastra di formaggio ovino e caprino tipica del cuneese, rimanda a quello della grappa usata durante la sua preparazione. E poi l’aglio di Sulmona, la colatura di alici di Cetara, il tartufo e, naturalmente, il Puzzone di Moena il cui odore riesce a evocare persino i pascoli, l’erba alpina e la frutta matura. Questi sono solo una parte dei prodotti scelti da Coldiretti per stilare una sorta di mappa della degustazione olfattiva del nostro patrimonio agroalimentare. Del resto, come ci ha insegnato Gordon Shepherd, professore di neurobiologia alla Scuola di Medicina di Yale, l’olfatto governa il sapore per l’80 per cento, tra via retronasale e ortonasale, ovvero che si respiri con il cibo in bocca o senza, ed è quindi uno dei sensi …

Emilia Romagna, l’agricoltura è 3.0

[Pubblicato su Sette/CorrieredellaSera 19 giugno 2015] Che cosa ci fa Michiel Bakker, responsabile del Global Food Program di Google, tra le acetaie di Modena e i prosciuttifici del parmense? E cosa mai vorranno i ricercatori dell’Institute for the Future di Palo Alto dagli agricoltori di quella che è stata soprannominata, con i suoi 41 prodotti Dop e Igp, la Food Valley? «L’Emilia Romagna è ormai considerata un Food Innovation Hub a livello mondiale: processi innovativi nella filiera del cibo nati e sperimentati qui hanno avuto un impatto nel resto del mondo». Chi parla è Sara Roversi, tra i fondatori del Food Innovation Program, un think thank internazionale nato a Reggio Emilia legato ai temi dell’alimentazione. L’appuntamento per il Forum è al Palazzo Italia di Expo per il 22 e 23 settembre, ma già da fine giugno i protagonisti della ricerca agroalimentare saranno nella regione che ha dato i natali all’“inventore” della cucina italiana, Pellegrino Artusi. «Fare innovazione in campo alimentare è indispensabile», continua Roversi. «Salute e sostenibilità sono i temi fondamentali a cui dare risposta. …