Le custodi delle erbe
Dici erbe e pensi a Ildegarda di Bingen. Mistica, badessa benedettina e prima erborista, le catalogò con annessi rimedi nel famoso Herbora Sempliciorum. Chiusa in un convento dall’età di otto anni, imparò così tanto su quel mondo vegetale che Papa Benedetto XVI si convinse a dichiararla Dottore della Chiesa, ma solo nel 2012. La sua era la medicina naturale dell’anno Mille, ma soprattutto era la ricerca di una corrispondenza armonica tra Madre Natura ed essere umano. Il giardino dei semplici, così come erano chiamate le varietà di erbe officinali, è sempre stato, d’altra parte, un orto di piante e, insieme, il simbolo del Paradiso. E c’è qualcosa di arcano nelle proprietà delle erbe. Usciti dalle mura del convento, le donne che le raccoglievano erano chiamate “guaritrici”. Una sapienza antica che continua ad appassionare i contemporanei se ogni anno in Italia si producono quattro mila tonnellate di piante officinali in oltre 7.300 mila ettari (dati FIPPO), mentre sono, secondo Coldiretti, quasi otto milioni coloro che le usano per il benessere fisico e mentale. «Il medioevo ci racconta …