Maledetto Galles!
[Articolo pubblicato su Sette/CorrieredellaSera del 21 maggio 2014] Come ogni leggenda che sia degna di rispetto, Dylan Thomas morì giovane in circostanze poco chiare (la versione della morfina somministrata per lenire le difficoltà respiratorie non ha mai soppiantato quella del poeta finito al St. Vincent Hospital di New York dopo essersi scolato diciotto bottiglie di whisky alla White Horse Tavern in Hudson St), fu rincorso da fama improvvisa e debiti, e venne, in egual misura, odiato e idolatrato. Quello che è certo, è che la sua poesia è imbevuta, fino all’ultimo verso sì, del paesaggio del Galles. Onirico e turbolento, selvaggio e innocente, disperatamente romantico. Come la penisola di Gower, sulle cui coste Dylan Thomas amava camminare portando i suoi demoni – diceva lui stesso – a prendere una boccata d’aria. Nel centenario della nascita, tutto il Galles ospiterà fino a novembre, una serie di eventi per celebrarne l’opera. Reading di poesia, mostre, spettacoli teatrali, concerti e conferenze, terranno vive alcune delle località più amate. Dai villaggi di pescatori come Llansteffan e Rhossili che ispirò, in …