Quel filo di lana che unisce la Valgrisenche
Trama e ordito. Telaio e spole. Tessere la lana è un gesto simbolico che mette radici nell’antichità e nei nostri miti. Per lo più arte femminile, a volte associata all’inganno, ma anche al lento fluire del tempo, e dei tanti destini. In Valgrisenche, le pays des tisserands, la lana si tesse con uno speciale telaio a quattro licci dal 1700. Se ne trova ancora qualcuno nelle case più vecchie, anche se non più nelle stalle, l’ambiente più caldo e umido dove un tempo era sistemato, mentre altri nove, sempre in legno e conformi agli originali, sono nel laboratorio di Les Tisserands, una cooperativa di quattro donne, Luana Usel, Emy Maguet, Aloyanne Aslik e Caroline Houal, che mantiene viva l’antica tessitura del DRAP della Valgrisenche. «Un tempo erano gli uomini a premere i quattro pedali, spingere il pettine e far andare il telaio. Le donne in vero si occupavano della lavatura, filatura e tintura, compiti meno pesanti» dice Luana. «Oggi siamo noi che tessiamo secondo la tecnica tradizionale, offrendo anche tessuti più moderni, magari più morbidi …