All posts tagged: Donne

Quelle che… rianimano l’Italia dimenticata

Chissà dove sono finiti i “neet”. Gli sdraiati, gli scansafatiche, gli inconcludenti. Facendo due chiacchere con le ragazze che hanno deciso di dare nuova vita a campagne semi abbandonate, paesini di pochi abitanti, valli montane, verde urbano dimenticato, non se ne trova traccia. È rimasta solo quella capacità di innovazione che alcuni neuroscienziati dicono naturalmente insita nel loro cervello fresco di modellazione. Ma non è un caso: le lauree in economia dello sviluppo, comunicazione interculturale, progettazione di bandi europei, architettura con master in rigenerazione urbana o culturale, parlano da sole. Come le trasferte all’estero per tirocini, scambi, specializzazioni. Tornate, si sono messe in gioco per creare le condizioni che permettessero a loro, e ai loro coetanei, di restare. D’altra parte, i dati dicono che il 64 per cento dei giovani resterebbe in queste aree marginali se ne avesse la possibilità, e il 93 collaborerebbe volentieri con le amministrazioni. È pur vero che tanto di parla di Strategia Nazionale per le Aree Interne, di un Cantiere Giovani, che persino il Recovery Plan dedica capitoli alla tutela …

Asma Khan, il cibo oltre il cibo

Cosa ne è, del nostro piacere di stare tutti insieme intorno al tavolo a condividere cibo, che sia a casa o al ristorante, in tempi di pandemia? E dopo, che significato nuovo assumerà la parola convivialità? In occasione del Summit della Fondazione Barilla Resetting the Food System from Farm to Fork ho scambio due chiacchiere con la fondatrice di Darjeeling Express  Asma Khan, una chef che ha ben chiaro il valore etico e sociale del cibo. Questa è l’intervista integrale. Mangiare insieme, a casa o al ristorante, significa soprattutto condividere storie, vite, culture. Crede che la pandemia globale cambierà la nostra esperienza di “andare al ristorante” e la convivialità? No, non credo che l’impatto della pandemia avrà effetti negativi sul nostro rapporto con il cibo. Penso che continueremo a condividere un pasto con gli altri con entusiasmo e calore, sia a casa che in un ristorante. Anzi, penso che dopo tutto desidereremo ancora di più stare con gli altri, spezzare il pane con gli altri. Molto di più. Il settore della ristorazione ha sicuramente subito una flessione a …

The F*ck It Diet. La dieta femminista

La rivelazione, la scrittrice americana Caroline Dooner, l’ha avuta la mattina del suo ventiquattresimo compleanno quando ha mangiato, tutti insieme, venti pancake di zucca e di farina di mandorle senza zucchero. Poi si è guardata allo specchio e si è chiesta: “Passerò tutta la vita così? A contare calorie e cucinare cibi senza un minimo di gusto destinati a essere consumati in religiosa solitudine? Perennemente a dieta ed eternamente insoddisfatta?”. La risposta l’ha trovate in quella che è considerata la bibbia anti diete per eccellenza, The F*ck It Diet. Anche basta con la dieta. Mangiare è semplice (Sonzogno), e in t-shirt e shopping bag con messaggi motivazionali che lei stessa ha fatto produrre. In una si legge: “The F*ck It Diet mi dà l’energia di cui ho bisogno per lottare contro il patriarcato”. Perché quella di Dooner è una battaglia a favore del corpo, o meglio di tutti i corpi, delle donne, e per dimostrare che ci sono sempre dei buoni motivi per mandare a quel paese una dieta. Perché le diete falliscono sempre. Tu no. …

Elena Ioli, le donne, la scienza, l’ambiente

Elena Ioli è una fisica teorica, ha lavorato sui buchi neri all’Università di Bologna e all’École Normale Supérieure di Parigi. Insegna anche fisica in una scuola secondaria superiore ed è autrice di molti libri. Nel febbraio del 2018 è stata selezionata per partecipare al progetto australiano Homeward Bound, che ha portato 77 scienziate provenienti da tutto il mondo in una spedizione di quattro settimane in Antartide, coniugando scienza, comunicazione, leadership e tutela dell’ambiente. In occasione di un mio servizio per Gioia! le ho fatto alcune domande. Qui l’intervista integrale. Lei ha appena terminato una spedizione tutta al femminile internazionale. Posso chiederle se le sue colleghe straniere hanno avuto un miglior e più facile accesso alle carriere scientifiche? Penso soprattutto al gender gap che in Italia si riscontra tra maschi e femmine… I pregiudizi culturali riguardo a una presunta maggiore predisposizione maschile, piuttosto che femminile, per una carriera scientifica sono ancora diffusi. Sebbene la percentuale di donne che si laureano in discipline scientifiche sia all’incirca la stessa dei colleghi maschi, globalmente le donne occupano solo il 21 …

Donne che viaggiano sole

Lewis e Clark ci impiegarono poco più di due anni. Dal maggio del 1804 al settembre del 1806, per arrivare via terra alla costa pacifica, partendo da Saint Louis fino ad Astoria, costeggiando il fiume Missouri. Una compagnia di una trentina di persone che andava alla scoperta dell’Ovest, tra le tribù Sioux dei Yankton, Lakota, Mandan… Emanuela Crosetti, 38 anni, fotografa e appassionata di storia americana, questo viaggio invece l’ha voluto rifare da sola, in un mese, portando con sé i diari della prima spedizione (il libro che lo racconta uscirà a maggio edito da Exorma): «Se fossi vissuta nell’Ottocento, sarei andata con loro. Oggi, nei tre mesi all’anno che dedico al viaggiare, preferisco partire da sola, contare solo su me stessa, ed essere svincolata da qualsiasi legame ed obbligo temporale. L’avventura in solitaria è l’unico modo per conoscere e capire i luoghi in cui ti muovi. Anni fa, quando ho cominciato percorrendo le strade della ex Jugoslavia, tra Bosnia, Serbia e Kosovo, ho capito che quello che fa paura nel viaggiare da soli è …

Purché sia smart (working)

Chiamatelo come volete. Smart o remote working, lavoro agile o flessibile. Diventato realtà insieme alla legge di Stabilità a fine gennaio scorso prevede che, in accordo con l’azienda, si potrà avere una maggiore libertà nella scelta di luogo e tempi di lavoro, senza il capo che controlli l’orario di uscita ed entrata. In realtà, lo si poteva fare già prima, solo che le norme del vecchio telelavoro erano troppo rigide in termini di sicurezza e deleghe e spesso avevano come amara conseguenza l’allontanamento da ufficio e carriera. Cosa che, assicurano i sostenitori, non succederà con lo smart work. Che, sempre per seguire la narrazione mainstream, avrà il grande vantaggio di favorire una migliore conciliazione tra i tempi della famiglia e del lavoro assicurando produttività e benessere. Tutti più liberi e con più tempo per sé, quindi. Così ti aspetteresti frotte di persone che se ne vanno in palestra o che fanno lievitare il numero di libri letti in un anno e invece scopri, dati alla mano, che la maggior parte del tempo guadagnato risparmiando il tragitto casa ufficio viene passato …