All posts tagged: Donne di montagna

Margherita di Savoia e la libertà trovata sulle montagne

Dopo che, il 29 luglio 1900, l’anarchico Gaetano Bresci assassinò a Monza il marito re Umberto I con tre colpi a polmoni, costato, e cuore, Margherita si assicurò che la pallottola fatale, insieme agli abiti insanguinati, fosse conservata in un cofanetto disegnato dall’architetto Achille Majnoni. Lo stesso che per anni si era occupato delle dimore reali e della ristrutturazione degli interni della villa Reale di Monza, e che da lì a pochi anni avrebbe realizzato a Gressoney Saint Jean, poco distante dal famoso Castel Savoia, villa Albertini. È un dettaglio curioso, ma non di poco conto. “Il più gran delitto del secolo”, come lo definì lei stessa, sugella il passaggio tra le “due vite” della prima regina d’Italia, inizialmente impegnata nel nobilitare, utilizzando in primis la propria immagine sapientemente divulgata con stampe e cartoline, la giovane monarchia; poi, da regina madre alleggerita dai vincoli degli impegni ufficiali, libera di dedicarsi alle sue passioni. Come viaggiare in Norvegia, Bretagna, Olanda e Germania, e guidare le sue auto. Ne collezionerà decine, Itala, Fiat, Rapid, Talbot, ciascuna per …

Borgata Paraloup: l’eco delle donne di montagna

Piove a dirotto quando metto piede a Borgata Paraloup. Arriviamo con la macchina fino a Chiot Rosa, a Rittana, e poi, vorrei proseguire a piedi, ma il tempo stringe, e arriva la “navetta” a farci fare l’ultimo tratto. Capisci subito che arrivi in un alt(r)o luogo: non è un rifugio tutto agghindato per le merende in quota, non una residenza diffusa per qualche ritiro contemplativo, e nemmeno uno sgarrupato ammasso di casotti. Vi risparmio la storia del recupero architettonico (per quanto interessante vi rimando al sito della Fondazione Nuto Revelli per leggerla), e pure quella di una lettura socio tipica di chi dovrebbe frequentare questi luoghi. Basti dire che qui, nonostante la pioggia e l’umidità, c’è un sacco di gente. Borgata Paraloup è quindi prima di tutto questo, un luogo immerso in un bosco silente che ora si riempie di vita. Merito della Fondazione Nuto Revelli che ha riabilitato questo ex borgo partigiano in un luogo che si prende cura della cultura della montagna (e che ora ospita anche un teatro all’aperto, un museo, una …

Montagna in quota… rosa

Scriveva Antonia Pozzi, che “la montagna è la prima che ci insegna a durare, nonostante gli squarci e gli strazi” (L’Antonia. Poesie, lettere e fotografie di Antonia Pozzi scelte e raccontate da Paolo Cognetti, Ponte alle Grazie). Lei che si era presa la “malattia del Cervino”, che faceva 1800 metri di dislivello solo “con gli occhi per guardare e i muscoli per camminare”, e che sciava anche “in salita”, visto che ai tempi le funivie erano solo sulla carta. Basterebbe leggere i suoi scritti per capire che la storia che “donne e montagna” non vanno d’accordo è solo l’ennesima ricostruzione ad alto tasso di testosterone. Quello che è certo, è che le attrezzature per l’alpinismo, piccozze, ramponi, o moschettoni, sono studiate per un corpo maschile. Noi adattiamo le impugnature delle piccozze con dei tape e usiamo ramponi accorciabili. È un mercato piccolo, dicono, ed è difficile fare investimenti. Anche le prime MTB specificatamente disegnate per il corpo delle donne risalgono a pochi anni fa. Dopo di che, il fenomeno è esploso… Ma sono anche altri numeri …