Le Cinque Terre non sono isole
Ho fatto due telefonate e chiesto alle mie conoscenze alle Cinque Terre cose inconfessabili. Li rivolete i cinesi ammassati sulla banchina della ferrovia, le code per farsi il selfie uguale uguale a quello della foto usata da quella famosa azienda della Silicon Valley, lo smercio come non ci fosse un domani di acciughe fritte che certo non sono di Monterosso, le vostre case piene e voi in campagna, i ristoranti aperti H24, neanche un buco per tuffarsi, gli scogli ammorbiditi dai colori degli asciugamani, la Via dell’Amore sempre chiusa, eppur sempre in prima pagina? Ci hanno messo qualche secondo, titubanza forse di cortesia, ma poi hanno ceduto e hanno detto “sì”. Certo adesso è così bello, sali e scendi senza incontrare anima viva, gli odori ti accarezzano, persino l’aria fredda rende più vividi i colori e vedi l’orizzonte. Là c’è la punta della Corsica, la vedi? Sono così immersi nell’incanto del paesaggio che un giorno è arrivata pure la nebbia ad aumentare la poesia. No, non è nebbia, si chiama caligo, e se è il …