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Una scuola per attivatori rurali

Ho conosciuto Andrea Paoletti, architetto e imprenditore sociale, prima che Matera diventasse “Matera”, e lui aveva già aperto la sua Casa Netural tra i Sassi della città della Basilicata per pensare a come si potesse costruire comunità e bene comune. Oggi i progetti innovativi per riattivare territori sono molti e stanno nascendo nelle aree rurali di tutta Europa, e ancora di più forse sono le persone che vorrebbero intraprendere questo percorso. Paoletti li chiama Village Hosts, e per loro Casa Netural, insieme a un partenariato che coinvolge sei diversi Paesi, ha lanciato la prima Open School for Village Hosts: una scuola di formazione innovativa. Quando è nata l’idea di una scuola per attivatori di comunità? L’intuizione mi è venuta nel 2019 insieme a John Thackara con l’obiettivo di dare valore alla figura degli attivatori di comunità, che vivono i territori marginali animandoli con le loro iniziative. I Village Hosts sono stati fin dal principio il cuore di Wonder Grottole, impresa sociale immaginata come una piattaforma di relazioni e pratiche da sperimentare, per creare un metodo …

Basilicata, il cibo racconta

[Pubblicato su Sette/CorrieredellaSera il 5 giugno 2015] «Quando si stava ancora nei sassi, e non c’era né forno né spazio per fare il pane in casa, si portava l’impasto al forno pubblico. Tutti volevano essere certi di riprendere il proprio pane, così lo si timbrava con le iniziali del capofamiglia. I timbri li intagliavano a coltello gli uomini mentre governavano le pecore e, nel corso del tempo, “u’ morc du pene”, come lo chiamava mia nonna, assunse diversi significati a seconda della forma del manico: la torre indicava la forza, il gallo la virilità, l’arco la protezione e il pozzo l’abbondanza. Dato in dono, era come un anello di fidanzamento e più era elaborato, maggiore era il benessere del padrone, anche se a volte significava solo possedere un asino». Massimo Casiello ha oggi il suo laboratorio dei timbri del pane nella via dello struscio di Matera. Come altri giovani lucani, è tornato qui dopo aver finito gli studi per riallacciare il filo della sua storia. Lo ha fatto con i racconti della nonna, un tornio …

I ragazzi di Matera

Non ci puoi capitare per caso, e questo è già un punto a suo favore. A Matera ci devi andare, anche se sei in Salento e dici: «Quasi quasi, passo di lì…». No, non è un tappa, una sosta estemporanea. Matera è un viaggio punto a capo. Una meta scelta, una destinazione voluta. Poi una volta arrivati, al centro dico, ai Sassi, dopo aver superato campagne di un oro silenzioso, calcato stradine che paiono portarti da nessuna parte, superato la folla e la paura della delusione inflitta dalla Matera nuova; una volta arrivati dicevo, ci sono i gradoni, tanti, da fare con lo zaino in spalla o le valige trascinate con violenza per arrivare alla casa di pochi giorni. Stare leggeri quindi. Che poi, quello che serve è poco. E sempre di meno di quello che comunque ci si è portati. Perdersi è consigliato. Lasciarsi vagare nei vicoli del Sasso Caveoso fino al Convicinio di Sant’Antonio per vedere ancora le poche case abbandonate. Risalire, anche un po’ a caso, sedersi in piazza del Sedile e poi ricominciare. Direi che Matera è un’esperienza, …