L’odore che ci guida nella memoria e nei luoghi
Chissà che odore avevano le calli di Venezia quando i magazzini traboccavano di spezie e aromi, o che essenze sprigionavano i bouquet preferiti da Maria Antonietta d’Austria e Caterina di Russia. Nelle sere delle prime, le hall de La Fenice o del Bol’šoj dovevano emanare speciali profumi, perché, come scrive Karl Schlögel nel suo recente Il profumo degli Imperi (Rizzoli), ogni epoca ha il suo aroma, la sua fragranza, il suo odore. E anche le nostre vite, in fondo, hanno un leitmotiv odoroso, una colonna sonora fatta di effluvi che arrivavano dalla cucina della nonna o da lunghi abbracci. Lo dice la scienza: nessun senso è complice della memoria come il nostro olfatto. Avete presente Proust? In tempi di pandemia poi, la dimensione pubblica si sovrappone a quella privata. Che non è solo il sentore, si dice non gradevole, delle strade della Parigi della Belle Époque, ad andar perduto, ma gli odori tutti. Fisioterapia per nasi Si chiama anosmia ed è uno degli effetti più spiazzanti del Covid19, che costringe a vivere, a volte per …