All posts tagged: Alto Adige

Le custodi delle erbe

Dici erbe e pensi a Ildegarda di Bingen. Mistica, badessa benedettina e prima erborista, le catalogò con annessi rimedi nel famoso Herbora Sempliciorum. Chiusa in un convento dall’età di otto anni, imparò così tanto su quel mondo vegetale che Papa Benedetto XVI si convinse a dichiararla Dottore della Chiesa, ma solo nel 2012. La sua era la medicina naturale dell’anno Mille, ma soprattutto era la ricerca di una corrispondenza armonica tra Madre Natura ed essere umano. Il giardino dei semplici, così come erano chiamate le varietà di erbe officinali, è sempre stato, d’altra parte, un orto di piante e, insieme, il simbolo del Paradiso. E c’è qualcosa di arcano nelle proprietà delle erbe. Usciti dalle mura del convento, le donne che le raccoglievano erano chiamate “guaritrici”. Una sapienza antica che continua ad appassionare i contemporanei se ogni anno in Italia si producono quattro mila tonnellate di piante officinali in oltre 7.300 mila ettari (dati FIPPO), mentre sono, secondo Coldiretti, quasi otto milioni coloro che le usano per il benessere fisico e mentale. «Il medioevo ci racconta …

I ribelli del cibo. Un viaggio tra piccoli produttori di montagna

«Per questa toma di otto chili ci vogliono minimo dagli 80 ai 85 litri di latte. Se consideriamo che per ogni mungitura ogni animale da 8/9 litri di latte, che poi significa 16-18 al giorno, questo significa che per fare questo formaggio ci sono voluti anche sei animali». A parlare è Alexander Agethle del Caseificio Englhorn, uno dei quattro Ribelli del Cibo, quattro produttori della montagna dell’Alto Adige protagonisti del documentario che Paolo Casalis ha presentato all’ultima edizione del Trento Film Festival aggiudicandosi il Premio Eusalp. I ribelli del cibo, dice Casalis: «Sono coloro che non si arrendono davanti alle fatiche evidenti, che trovano strategie per supplire alla mancanza di sostegni istituzionali, che credono, davvero, che si possa praticare un altro modo di produrre il cibo, rifuggendo dalla quantità e coltivando la qualità». Mangia come pensi Casalis, architetto, ciclista appassionato, e da 15 anni documentarista, nato a Bra, capitale del movimento Slow Food, in un certo senso in mezzo alla filosofia del cibo legato a territorio e sostenibilità ambientale, c’è cresciuto. «Quelli che allora erano concetti astratti, …

La nuova ospitalità dei rifugi d’alta quota

Pernottare in alta quota non è più una necessità di alpinisti duri e puri, ma un desiderio di molti. Si discuterà in un’altra occasione sul significato, culturale e ambientale, di questa sovra esposizione, delle quote alte, ma intanto ecco una panoramica dei rifugi in Alto Adige che ne stanno cambiando l’ospitalità. Il più alto di tutta la provincia di Bolzano è il rifugio Bicchiere, o Becherhaus (nella foto di apertura), a 3.195 metri d’altitudine sopra la Val Ridanna in Alta Valle Isarco che riaprirà, dopo un risanamento conclusosi a ottobre 2021 (1,4 milioni di intervento), il prossimo 24 giugno. Inaugurato per la prima volta nel 1894 in occasione del compleanno dell’imperatrice Sissi, il rifugio, gestito da una giovane coppia, torna ai suoi vecchi splendori con una nuova stube con vetrata panoramica e vista sul mare di vette della cresta di confine. Immerso nella natura incontaminata, è il punto di partenza ideale per numerosi itinerari e avventure in vetta, dalla Cima Libera, raggiungibile in 45 minuti, alla Konighof con un tour di due ore sull’imponente Ghiacciaio …

La montagna che cura

Nel libro I luoghi che curano pubblicato pochi giornida Raffaello Cortina Editore, Paolo Inghilleri, docente di Psicologia sociale all’Università di Milano, scrive che la “piacevolezza ambientale” è uno dei fondamenti del benessere mentale e fisico. Gli effetti positivi dell’immersione nella natura sarebbero documentati da vari studi, e conforta sapere che l’equilibrio e l’energia ritrovati dopo una passeggiata nei boschi hanno una spiegazione fisiologica, visto che questa fascinazione per il verde funzionerebbe come “sistema automatico di regolazione”, capace di “ricaricarci le batterie”. Quella verso il mondo naturale, animale o vegetale che sia, è quindi un’attrazione istintiva, una vicinanza emotiva ancor prima che razionale. «Razionalità e coscienza consapevole servono a poco per sintonizzarsi con l’ambiente montano, e sarà per il lungo isolamento provato, ma il contatto quasi fisico con la natura è sempre più richiesto». Parole di Stefan Braito, che si definisce un “coach della montagna”, e che accompagna adulti e bambini per i sentieri del Parco Naturale Puez-Odle alla scoperta della val di Funes e di sé stessi. «La pandemia ha accelerato il cambiamento già in atto nell’“uso e consumo” della …

Val Sarentino, la neve è più vicina

Apriranno il 22 dicembre le due nuove gallerie che faranno della Val Sarentino, la valle dell’Alto Adige più vicina alla città. Grazie infatti alle due gallerie di Grafenstein e Goldegg e un viadotto, costati quasi 67 milioni di euro e dieci anni di lavoro, ci vorranno infatti solo quindici minuti per raggiungere il paese di Sarentino e la località di San Martino Reinswald dove si trovano una ventina di chilometri di piste e soprattutto il primo parco per slittini dell’Alto Adige. Provare per credere, e soprattutto provare con tutta la famiglia: un’esperienza che risveglierà un divertimento fanciullesco e che vi farà gridare al bis (e tris) stile Diego, la tigre dell’Era Glaciale, alla fine della corsa nei tunnel di ghiaccio! E per chi volesse diventare un esperto professionista dello slittino, sappia che dal 7 gennaio al 25 febbraio prossimi, il corso sarà tenuto dallo slittinista italiano Martin Psenner (info@reinswald.com). La Val Sarentino si sta comunque attrezzando per quella che potrebbe essere la sua seconda vita (a partire dal nuovo sito dell’APT). Quella che lascia indietro …

Passaggio a Malles

Quando mi trovo in un paese di montagna, di quelli piccoli con le case, le chiese, le piazze, ancora raccolte come un tempo, faccio sempre un’incursione al cimitero. L’ho fatto anche a Malles, in Val Venosta. Ho aperto il cancello e, senza orari o permessi, sono entrata. Le tombe sono sempre semplici e leggendo i nomi delle famiglie mi sembra di scoprire la storia del luogo. Ho notato, camminando tra le tombe, che tutti i fiori erano freschi. Primule e anemoni di ogni colore. Margherite, narcisi e violette. Di solito qualche tomba, nei vecchi cimiteri, è sempre lasciata andare, ma qui a Malles, no, cosa che avevo già notato questa cosa in altri paesi alto atesini. Ho pensato che fosse il comune o la Chiesa a occuparsi di quel fazzoletto di terra destinato chi in terra non ci sta più, e per essere più sicura ho chiesto a una donna che stava facendo avanti e indietro dalla chiesa. Così mi sono accorta che sbagliavo, perché a Malles ciascuno si occupa della sua, di tomba, oppure paga il fioraio del paese perché se …

Mai provato la speleoterapia?

Scendere con un trenino a 1000 metri nel cuore di una montagna e poi ancora a piedi, in una vecchia miniera di rame, tra gallerie e grotte naturali dalle pareti umide. Il termometro segna una temperatura di nove gradi, e l’umidità relativa, fanno notare, arriva al 95 per cento. Tuttavia si ha l’impressione di respirare aria leggera e pura, cosa che di fatto, essendo bassissima l’umidità assoluta e praticamente assenti polveri e allergeni, accade. Scoperta per caso nel cuore di una delle colline del Sauerland, nella tedesca Renania Settentrionale-Vestfalia, dove le persone si rifugiavano per i bombardamenti, la speleoterapia, è un toccasana per chi cerca beneficio alle vie respiratorie, che siano sofferenti per asma o sinusite, fino a bronchiti croniche o allergie del seno paranasale. Basta respirare seduti, ma coperti, su una chaise longue, e magari intanto leggere o ascoltare musica, che l’azione decongestionante sulle mucose migliora la respirazione. In Italia, l’unico luogo dove sperimentare il trattamento è il Centro Climatico di Predoi in valle Aurina dove, ogni anno, da aprile a novembre, sono settemila …

Tutto il buono dell’Alto Adige

[Pubblicato su Sette/CorrieredellaSera  del 3 luglio 2015] Più di sette milioni di baffe, ovvero 31 mila e 700 tonnellate: questi sono i numeri della produzione totale di speck in Alto Adige nell’ultimo anno (il 35 per cento marchiato Igp). La domanda che si fa Alexander Holzner, macellaio di Lana votato al biologico e alla filiera corta è: «Ma dove sono tutti questi maiali?». Che è poi quello che si chiedono un po’ tutti, anche se il consorzio dello Speck Alto Adige IGP definisce rigidamente i parametri di qualità dell’intera filiera. Holzner comunque, alla prima gara di speck locale tenutasi a Bolzano lo scorso febbraio, e vinta, a onor del vero, dalla macelleria Pfattner Johann di Lazfons, era l’unico che aveva portato una mezzena senza conservanti, e ha avuto la medaglia di bronzo. «Presentare un prodotto così noto in modo “nuovo” è sfida difficile, ma per me è un dovere riprendere la storia della nostra conservazione delle carni». Che si faceva senza salnitro appunto, che affumicava con un fumo freddo che non superava i dieci gradi …