Biennale Gherdëina, l’arte per una comunità di montagna
Arte e montagna si nutrono da sempre reciprocamente. Chi frequenta le ascese sa che i confini tra spazio geografico ed emozionale sono sottili. Ispirazione e aspirazione convergono, e il paesaggio, da oggetto contemplativo e ricreativo, diventa medium culturale. Personalmente dell’arte ho una frequentazione da appassionata, e della montagna, da devota adepta, ma ogni qualvolta le ho viste convivere, non ho avuto dubbi sul modo naturale, parola che in questo caso risuona doppiamente, in cui le vette accolgono le arti. Anche la Biennale Gherdëina, che ha preso il via il 20 maggio in val Gardena (fino al 25 settembre), pare alimentarsi del dialogo tra queste forme elette. Il titolo Persones/Persons, curatela di Lucia Pietroiusti e Filipa Ramos, mi dice però anche qualcosa della montagna di oggi. Sempre più terra “alta” e “altra”, in cui un paesaggio idealizzato e consumato fa spazio alle vite e alle voci che lo abitano. Le Persones della Biennale Gherdëina, dicono le curatrici, sono albero, lago, pietra, animale, vita, parola; che sono io e voi, ma soprattutto sono anima e carne di questi luoghi. Si …