«È come quando hai assaggiato una cosa buona, una pesca dolcissima e croccante, un dolce che preparava la nonna quando eri bambino, quel sapore, quell’esperienza, in un certo senso la ricercherai per la vita e ti guiderà nelle tue scelte». Su una cosa, io e Micaela Mecocci, ex bambina montessoriana (i genitori fecero la fila tutta la notte per iscriverla al Settimo Circolo Didattico Montessori di Roma aperto da Maria Clotilde Pini) e oggi insegnante alla Montessori Bilingual School di Parigi, concordiamo fin dall’inizio. Chi ha frequentato una scuola Montessori all’origine della propria vita scolastica, ha buone probabilità di ricercare quell’esperienza positiva.
Quanto è stato importante per lei aver frequentato scuola montessoriana?
Mi ricordo che in prima elementare mi sono seduta a fianco la maestra e mi sono detta: “Un giorno ci sarò io qua”. In realtà io in seguito mi sono dedicata alla carriera universitaria, ma mi mancava la scuola e infatti alla scuola sono tornata. L’esperienza montessoriana è profonda, rimane un bagaglio solido originario che a volte si matura solo in età adulta. È come aver radici che hai molto nutrito e che ti consentono di crescere a lungo, di avere questa capacità di non fossilizzarsi in una visione rigoristica e specialistica, bensì di coltivare un pensiero interdisciplinare sapendo stabilire connessioni: è l’idea cosmica del sapere di Maria Montessori. E bisogna anche dire che questo bagaglio dà una maggiore centratura su se stessi e sulle proprie motivazioni ed quindi si può concludere che è anche uno strumento di conoscenza di sé.
Insegnare, secondo Maria Montessori, era quasi una missione. Anche oggi si chiede una formazione che molti ritengono troppo lunga…
Mario Montessori, il figlio di Maria, scrisse in una lettera che spesso viene letta ai corsisti, e che dice che l’augurio migliore è quello di vivere questa formazione come un viaggio, non come un semplice corso per apprendere una metodologia didattica, ma un modo per avere un nuovo sguardo sul cosmo, sul mondo intero. Io per esempio ho una formazione internazionale, quella offerta dall’Associazione Montessori Internazionale, e posso dire che quando esci da questi due anni di studio intenso, hai fatto esperienza profonda che ti segna nel modo di guardare al bambino.
Lei ha citato l’idea cosmica del sapere montessoriano. Quanto è importante “stare nel mondo” per Maria Montessori?
Montessori diceva: “Per iniziare, ai bambini diamogli il mondo”. Il mondo, il cosmo, è il primo materiale utile alla crescita dei bambini. E per mondo si intente sia la vita reale che la natura. La classe è il luogo fisico che prepara a entrare nel mondo, a partecipare a quel luogo di appartenenza unitaria che è il cosmo. Si inizia alla scuola materna e primaria, ma anche crescendo, Montessori indicava utili per gli adolescenti per esempio le scuole fattoria. L’ambiente naturale esterno è importante per raccogliere esperienze: quando ero a Lugano tutti i giovedì, con qualsiasi meteo, si portavano i bambini nel bosco vicino dove avevamo costruito un nido circolare capace di accogliere trenta bambini e due maestre. Il contatto con la natura dà un beneficio in termini cognitivi: all’aperto si hanno esperienze con tutti i sensi. Si apprendono odori, sapori, si toccano alberi e frutti con le mani, si osservano le stagioni.
Quanto ha a che fare questo rapporto con la natura con la nuova coscienza ecologica?
Conoscendo il mondo a cui apparteniamo, i bambini capiscono che la natura siamo noi e viceversa, scoprendo, nella pratica, una naturale interdipendenza con essa. I bambini sono d’altra parte osservatori finissimi dei fenomeni naturali e colgono quasi spontaneamente questo senso cosmico che equivale all’essere in armonia con il mondo. È dalla conoscenza che nasce il rispetto e la riconoscenza verso la natura. Questo è, in definitiva, il pensiero ecologico e scienza della pace di Maria Montessori. La scienziata italiana non voleva fare semplicemente didattica, ma educare alla pace. L’educazione alla pace è un agente cosmico positivo, contribuisce alla salute del piante e alla nostra. Maria Montessori aveva molta fiducia nella naturalità dell’essere umano ed era convinta che se a un individuo viene permesso di crescere in libertà in modo sano, in quanto parte della natura e contributore all’ordine cosmico, diventerà indubbiamente un portatore di pace. Se non lo siamo, è perchè dalla nascita siamo stati deviati siamo dalla naturalezza del nostro divenire…
Intervista realizzata il 10 luglio 2020