MIGRAZIONI

Migrazioni Verticali è un sito che scrive, ma sarebbe meglio dire, riflette, sulla montagna. La montagna come aspirazione e ispirazione, la montagna come consolazione, la montagna come evasione, la montagna come piacere, la montagna come desiderio, la montagna come sudore allegro, la montagna come luogo “altro” e “alto” in cui ci si può avvicinare di più al cielo e quindi all’Umano. Va detto che, come scrive Cognetti, ognuno ha la sua montagna, ovvero la sua quota che riconosce come montagna. Il mio campo base, per esempio, si aggira dai 1800 ai 1900. Allora ho pensato che in fondo, la montagna non è altro che l’ascesa. La verticalità insomma. E non è tanto questione di metri in altezza, quanto di disposizione di animo.

Ecco perché in Migrazioni Verticali troverete anche quote più basse, ma comunque “in salita”. Anche in salita alla propria montagna interiore, o alla montagna che devono affrontare i territori così detti marginali per ritrovarsi. E poi, provate a scendere, e ad arrampicarvi per esempio, nei sentieri di Tramonti, Monestiroli, o Schiara, zona Cinque Terre. Sono le mie zone, e forse è per questo che per me persino il mare è sempre stato un poco montanaro e verticale.

Forse per questo, alla fine mi sono accorta che tutto quello che scrivevo, pensavo, desideravo, ruotava intorno a un cammino in salita. Una migrazione verticale. Muoversi verticalmente offre una varietà di paesaggio, geografico e umano, impressionante rispetto agli stessi chilometri srotolati in pianura. Costringe forse a una concentrazione maggiore, a un ascolto più attento. Si potrebbe elucubrare su ciò che può significare, materialmente e filosoficamente, “essere in salita”. Scopriremo subito che non si tratta solo di altitudine. Per quanto mi riguarda, poiché ho capito che per abitare le terre alte con rispetto, dovevo prima conoscerle e studiarle, ed essendo la scrittura il mio principale strumento di guida e scoperta, ecco che ho sentito il bisogno di “scriverla” la montagna.

Quello che non troverete invece, in questo sito, sono i racconti di ascese performanti o imprese muscolari. Chi migra di solito si porta dietro una casa pesante e si muove lento. E meno male. Perché nel tempo della lentezza si incontrano persone e si vedono meglio le cose.  Ci si accorge dei dettagli, che, come ci insegna il signor Palomar, sono le chiavi per capire tutto. E si tratta infine di un viaggio, anche personale, per chi, come la sottoscritta, sta andando a scuola per diventare un’abitante rispettosa  delle terre alte. Qualunque cosa questo significhi.

Scrivere comunque, l’avrete capito, è parte del mio mestiere. Qui ne trovate una parte. Vuoi contattarmi? Scrivi una mail a mamiravasio[chiocciola]gmail.com oppure a info[chiocciola]migrazioniverticali.it