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L’essenza delle Alpi con Carlo Gabasio

“Te ne sei accorto, sì / Che parti per scalare le montagne / E poi ti fermi al primo ristorante/ E non ci pensi più”, canta Brunori Sas nella sua La Verità. Ed è vero, visto che oggi sempre di più si parte per scalare la montagna, conquistare le Alpi, ma di fatto, ci si ferma al primo rifugio. Di solito anche gourmet. Un’evoluzione dell’escursionista o turista di montagna di cui ho parlato con Carlo Gabasio, guida alpina dal 1991, formatore di guide dal 1997, e tra i soci fondatori (gli altri sono Guido Chiarle, Paolo Chiarle, Stefano Maffeo e Isabella Strona) di OverAlp, un tour operator specializzato in montagna e turismo outdoor nelle Alpi.

Quanto sta cambiando il turismo in montagna?

Quando ho  iniziato a fare la guida, la montagna era solo per gli alpinisti e per chi la frequentava per tradizione di famiglia. L’outdoor in Italia, fino a pochi anni fa, non è mai stato una reale alternativa per le vacanze o il tempo libero, tanto che, quando proponevo attività didattiche per conoscere la montagna alle scuole, per di più ricevevo risposte negative giustificate da ragioni di pericolosità e inopportunità. Oggi si inizia a trovare un altro ambiente, si sentono altre risposte, e questo è il segno tangibile che, nello sguardo verso l’ambiente montano, qualcosa è cambiato.

Eppure con OverAlp, da guide alpine, avete pensato a progetti per chi si avvicina per la prima volta all’ambiente delle Alpi…

Il fatto che i numeri siano aumentati non implica necessariamente che sia cresciuta in parallelo anche la conoscenza verso la montagna. Ho trovato persone a Punta Helbronner in scarpe da ginnastica basic e tanti che sono partiti inseguendo una foto vista sui social senza essere ben consapevoli del tipo di sentiero che li attendeva. La montagna può essere anche un parco gioghi, ma l’alta montagna non puoi essere mai presa con leggerezza. L’Essenza delle Alpi è il nostro progetto di scoperta dedicato a chi ha un primo approccio con la montagna. Certo, in un fine settimana, non si può fare un corso completo di formazione, ma sicuramente si possono fornire le regole base per un corretto comportamento in montagna, a cominciare dalla sicurezza di attrezzatura e abbigliamento, il necessario da mettere nello zaino e le cose superflue…

C’è ancora possibilità di scoprire cose nuove in montagna?

Se non ci si ferma al solito rifugio, sì! E questo perché oggi i rifugi sono diventati spesso la meta finale, la destinazione, e non la tappa intermedia per scoprire le valli. Così, in valli bellissime e anche meno frequentate come la val di Rhêmes-Notre-Dame o la val Grisanche, bisogna andare oltre i rifugi per meritarsi un po’ di solitudine. Sempre in Valle d’Aosta, Il Parco Naturale del Mont Avic, su cui noi abbiamo costruito una proposta specifica, è meno famoso del vicino Parco Nazionale del Gran Paradiso, ma altrettanto affascinante in termini di paesaggio ed esperienze. Il nostro obiettivo comunque rimane quello di far crescere la consapevolezza, e quindi la qualità, del turismo di montagna. Sopra, Carlo Gabasio e uno scorcio del Parco Mont Avic

E valli ancora wild, senza rifugi o aspiranti montanari?

In Piemonte ci sono valli che definiremmo “dimenticate da Dio”. Penso alle valli di Lanzo, al Vallone di Piantonetto che  pur essendo all’interno del Parco Nazionale Gran Paradiso sembra una montagna di tanti anni fa. E poi la Val Grande, sopra Domodossola, un mondo a sé dove alcuni sentieri non sono stati ancora segnati. Una montagna integra, non ancora addomesticata e dove anche solo camminare è un’avventura (ed è per questo che servono le Guide).

Buona Montagna

Nella foto di apertura il rifugio Miserin,  a 2 582 m sulla riva dell’omonimo lago all’interno del Parco regionale Mont Avic, al confine con il Parco Nazionale Gran Paradiso, sul percorso dell’Alta Via n° 2.

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