“I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi” scriveva Goethe. Ma è davvero così? Davvero la montagna è un passaggio silenzioso? Settimane fa ho incontrato Max Casacci, produttore, chitarrista e fondatore dei Subsonica, durante la presentazione della nuova campagna di Courmayeur che consiste in una sorta di sinfonia della montagna costruita con i suoni della natura. Casacci mi ha mostrato come paglia e fieno sono diventate basso e batteria, come i campanacci di mucche e capre si sono trasformati in un riff melodico. Ascoltando le sue tracce ho scoperto che il suono di un ruscello può diventare un magnifico arpeggiatore, e che gli uccelli fanno acid music. Nel bosco, tra rami e cortecce, sembra che Casacci abbia trovato il ritmo profondo della natura. Ci sono volute ore di appostamento, con i microfoni dentro i corsi d’acqua o mi mezzo alle chiome degli alberi, per catturare questo paesaggio sonoro. Un ecosistema che unisce il vento che fischia tra i rami, il gorgoglio dei ruscelli, i muggiti delle mucche, i suoni dei picchi… e che i visitatori di Courmayeur possono ascoltare con un QR Code (qui le tracce). È certo, un’intelligente operazione di comunicazione, un nuovo sguardo, o sarebbe meglio dire orecchio, nel vivere la montagna, ma quello che ci si porta a casa è la scoperta che il silenzio della montagna è solo un’idea, e che quel paesaggio sonoro non è che l’altra faccia del nostro silenzio.
Il rumore della sostenibilità
Sarà capitato anche a voi di provare a sentire il rumore di un ghiacciaio. Anni fa il fonico e sound artist Jacob Kirkegaard raccolse e compose diverse registrazioni sul ghiacciaio di Russel, in Groenlandia. Era un modo, forse il primo, di farci sentire che qualcosa si stava sgretolando: il nostro pianeta. Un lavoro simile, con un interesse specifico verso il cambiamento climatico delle zone montane è quello di Philip Samartzis. che ha composto con suoni catturati sulla Jungfraujoch e sul ghiacciaio dell’Aletsch una colonna sonora di 45 minuti con rumori di frane, venti impetuosi, gocce d’acqua, torrenti irruenti, cristalli di neve che rotolano, lingue di ghiaccio che i staccano, pietre che rotolano a valle, e con speciali idrofoni, persino lo scioglimento del ghiacciaio. Perché cambia il clima, cambia il paesaggio, cambiano i suoni. Lo ha capito la Verbier 3-D Foundation che ha invitato Samartzis a sviluppare una passeggiata sonora, soundwalk, utilizzando la pratica dell’ascolto ecologico per far riflettere sull’importanza dell’acqua.
Passeggiate sonore: la nuova immersione nella natura
La dimensione acustica della montagna è solo l’ennesima chiave per entrare in contatto con le terre alte. Una chiave che è esplorata anche per intercettare, quando non rendere più consapevoli, nuovi e vecchi montanari. Silenzi in Quota – Experience, in collaborazione con Eurac Research, MUSE, Montura e l’Agenzia provinciale Foreste Demaniali propone, per il 2022, una serie di escursioni in luoghi suggestivi del Trentino Alto-Adige per catturare silenzi in vetta. Soundwalk, passeggiate sonore, con foto, riprese cinematografiche a terra, aeree e registrazioni audio. Si parte il 19 giugno in Val Venegia sotto le Pale Di San Martino. Inuagurato l’11 giugno invece, Fruscìo, il parco sonoro nella Val di Rabbi, nel Parco Nazionale dello Stelvio trentino. Sette postazioni, pensate dallo studio di sound branding O suono mio, che amplificano i rumori di larici e abeti, tra campane di legno, carillon giganti appesi agli alberi, tamburi ricavati dai tronchi. E possiamo star certi che di soundwalk o passeggiate sonore sentiremo parlare sempre di più.
Nella foto di apertura Max Casacci mentre “cattura” il suono di un ruscello in Val Ferret a per la campagna di comunicazione 2022 di Courmayeur Mont Blanc @GiacomoBuzio