[Pubblicato su Style Piccoli maggio-giugno 2015] Arriverà il giorno in cui alla cassa del supermercato non ci saranno più caramelle, ma mele. E con una mela premieremo i nostri figli e le nostre figlie. Presto il cibo non sano, il junk food, non sarà più sostenibile, né per l’ambiente, né per la nostra salute, e allora saremo grati a chi ha coltivato il rispetto per tutti i cibi del pianeta, e a chi ci ha ricordato che il momento in cui ci si siede a tavola insieme, è sacro. Bisogna essere consapevoli che noi siamo quel che mangiamo. Pertanto, quando scegliamo con cosa alimentarci, determiniamo anche noi stessi come persone. E quando, come genitori, decidiamo cosa dar da mangiare ai propri figli, compiamo un atto educativo. Io stesso l’ho fatto con mia figlia Romy, cresciuta vegetariana. Diventata grande, lei ha scelto da sola cosa mangiare e ha scoperto di amare la cucina a base di pesce. Perché educare non significa imporre, ma semplicemente donare strumenti di conoscenza. Per esempio, far assaggiare fin dai primi anni di età le verdure, le materie prime di qualità, la straordinaria gamma dei gusti che ci offre Madre Terra, è donare conoscenza.
Così come è importante sapere, e far sapere, che lo zucchero è un grande condizionamento per i bambini di oggi. Una sorta di trappola che viene messa anche in prodotti che apparentemente non ne dovrebbero contenere e che impedisce ai più giovani di essere aperti ad altri gusti e altri cibi. Il cibo, in fondo, va sempre osservato come fonte di condizionamento o di libertà. E se scegliamo la libertà, allora dobbiamo essere certi di non aver nessun condizionamento e di poter esplorare tutto ciò che ci offre la natura senza alcuna resistenza culturale. Quando vado a casa di qualcuno, prima saluto, poi apro il frigorifero. Si scoprono molte cose guardando nei frigoriferi degli altri. Nel mio, per esempio, c’è sempre molta verdura, yogurt e tante marmellate e burro perché amo la prima colazione. Purtroppo, non posso dire la stessa cosa per le mie figlie che, come i loro coetanei, la mattina mangiano poco o nulla. Peccato, il primo pasto della giornata è importantissimo: una macedonia di fragole biologiche, banana e succo di arancia, con una spolverata di zucchero vanigliato, per esempio, è quasi un premio per affrontare quel corso organizzato per perfezionarci che chiamiamo vita.
Pietro Leemann è un cuoco vegetariano alla ricerca della Verità: così recita il frontespizio del suo nuovo libro edito da Mondadori Electa Il sale della vita. Lo chef svizzero, che dal 1989 è patron del ristorante di Alta Cucina Naturale Joia di Milano, il primo ristorante vegetariano europeo ad aggiudicarsi una stella Michelin nel 1996, nonché della sua costola low cost, Joia Kitchen Bistrot, è uno degli otto Chef Ambassador di Expo Milano 2015. Il suo ingrediente simbolo per l’occasione? Il grano saraceno.
L’illustrazione per Style Piccoli è di Massimo Basili.