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Designfulness, l’interior design sposa le neuroscienze

Una curiosità iniziata a cinque anni, quando da sola codificava i colori dei suoi orsacchiotti e arredava la camera in modo da essere “più felice”. Poi gli studi di architettura e design e il fascino esercitato dalle neuroscienze che potevano spiegare, attraverso il funzionamento del cervello, come gli ambienti in cui viviamo influenzano il nostro benessere. Così Isabelle Sjövall, di Stoccolma, ha pensato che ci potesse essere un altro modo per occuparsi di interior design, il neurodesign, o come titola il suo ultimo libro, il Designfulness.

Come rileggere la storia di design e architettura alla luce delle scoperte del neurodesign?

Oggi noi passiamo circa il 90 per cento del nostro tempo all’interno di edifici, cosa che non succedeva secoli fa, ma il nostro cervello è rimasto pressoché lo stesso e non ha avuto tempo di adeguarsi. Dovremmo tenerlo a mente quando progettiamo case, uffici o scuole. Per esempio, utilizzare il vetro per avere più luce naturale è una buona cosa, ma troppo vetro insieme a pietra e acciaio spesso creano un terribile ambiente acustico. E gli studi dimostrano che un ambiente rumoroso è negativo per produttività e salute.

La disposizione di spazi, luce, colori, ha un effetto sul nostro benessere: è piuttosto ovvio. Qual è il nuovo contributo del neurodesign?

Si tratta di un’alleanza tra discipline. Sapere come funziona il cervello può fare un’enorme differenza e darci l’opportunità di fare scelte migliori e in armonia con i fondamenti biologici. Molti di noi considerano bello il Rinascimento, ebbene, le neuroscienze ci dicono che equilibrio e simmetria sono “letti” dal nostro cervello come vantaggiosi per la nostra sopravvivenza. E ricerche recenti mostrano che la bellezza può avere effetti antinfiammatori notevoli.

Questo significa bellezza e gusto sono universali e non soggettivi?

In realtà la scienza mostra che sono entrambe le cose! Il gusto individuale è di solito collegato a ciò a cui siamo stati esposti all’inizio della nostra vita, ma è forse più interessante rilevare che ci sono molti più fattori in cui siamo molto simili. La simmetria e l’equilibrio sono tra quelli. La natura, è un altro. Anche i colori hanno effetti simili per tutti. Rosso e arancione attivano il sistema nervoso simpatico (lotta o fuga); verde e blu quello parasimpatico aiutando il relax e il recupero.

Abbiamo anche psiche e personalità diverse: come tenerne conto quando si progettano interni?

Dipingere le pareti di rosso a una persona molto stressata può non essere una buona idea, così come prevedere troppi spigoli vivi sui mobili che, al contrario delle forme rotonde, sono percepite come più minacciose. Tuttavia tutti, indistintamente, abbiamo bisogno di equilibrio e di componenti come la luce del giorno, lo stare insieme, la creatività e la concentrazione, i luoghi per il riposo e la connessione con la natura.

Spazio e arredi influenzano anche creatività e prestazioni lavorative?

Certo. Soffitti alti e piante verdi possono migliorare il pensiero creativo. Non è un caso che gli studi degli artisti abbiano spesso soffitti alti! Per concentrarsi sui dettagli invece, la ricerca dice che è preferibile un soffitto basso e spazi non troppo aperti visto che l’eccessiva ampiezza genera distrazioni visive e acustiche.

Anche l’odore ha un ruolo importante nel design degli interni. Come progettarlo?

L’olfatto è il senso più fortemente connesso alla parte del cervello che elabora le emozioni e sono tanti gli studi che dimostrano che i profumi ci influenzano nel modo più diretto. Aromi “naturali” e diffusi come quello del caffè fresco possono avere un effetto positivo sul nostro umore per molti, ma per i profumi artificiali il discorso si fa più complesso e allora bisogna pensare davvero a un parfum design su misura.

Articolo apparso su Repubblica Design di dicembre 2020.

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Manuela Mimosa Ravasio è una giornalista professionista con una formazione da architetto. Ha lavorato per anni come caporedattore scrivendo di società e attualità in riviste del gruppo RCS e tutt'ora firma per i maggiori quotidiani e settimanali nazionali. Oggi svolge la sua attività da libera professionista offrendo anche consulenze in comunicazione, progettazione di contenuti e strategie narrative, e formazione per la promozione di territori.

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