Articolo pubblicato su LeiWeb il 7 giugno 2012
Per alcuni è un bisogno, per altri un’ossessione, per altri ancora materiale d’arte. Chissà che cosa avrebbe detto il nostro Giuseppe Arcimboldo, pittore di gorgiere di spighe di grano e acconciature di pesce fresco, dei paesaggi alimentari del fotografo inglese Carl Warner. Lui dice di essersi ispirato all’arte surrealista di Salvador Dalì, ai mondi visionari di Patrick Woodrooffe e alle cover per album musicali di Hipgnosis, ma il rimando patriottico a noi pare evidente. Quel che è certo, invece, è che il rapporto con il cibo, dalla corte della Milano del Cinquecento ai set pubblicitari di Warner, è cambiato (nella foto, Broccoli Forest).
E per chi si può permettere di scherzarci sopra, più che un sostentamento è diventato uno stile di vita: dal Fast al Junk Food, dallo Slow al Fingers Food, fino alla Food Art Experience e al Food Design… Come dire che il cibo, da solo, non basta più, mentre è forte il bisogno di condirlo con un contenuto di costume capace di trasformarlo da semplice nutrimento a esperienza dei sensi.
Senza scomodare il sociologo bolognese Piergiorgio degli Esposti, che sullo status e la simbologia del cibo ha scritto un libro (Il cibo dalla modernità alla postmodernità, Ed. Franco Angeli), è la nostra pratica quotidiana a raccontarci di come, attraverso l’atto del mangiare, abbiamo conosciuto altri sapori e altre culture. Di come il nostro immaginario cambi se assaporiamo caviale o pomodoro. E di come, attorno al cibo e in ricerca di esso, abbiamo incontrato, scambiato, amato e respinto.Questo spiega in parte il perché molti dei lavori di Carl Warner siano ricercati da chi si occupa di pubblicità: il cibo è un linguaggio universale e anche estremamente attrattivo, golosità a parte.
«I prodotti della natura per me non sono altro che una tavolozza tridimensionale, fatta di texture, luci e colori», dice Warner. Per fare i suoi “tableaux des légumes”, tutti immortalati nel libro A World of Food edito da Abrams & Chronicle, ne utilizza quasi un centinaio di chili, anche se alla fine tutto quello che è ancora in buone condizioni viene portato a un ente che si occupa di dare rifugio ai senzatetto. Attualmente Warner sta lavorando alla progettazione di una serie televisiva per bambini, che intende promuovere un’alimentazione sana e affrontare alcuni dei problemi di dieta e nutrizione, e a un libro, Play with Your Food, che inviterà i bambini a usare la loro creatività per interagire con il cibo. Perché alla fine, se l’essere umano è ciò che mangia (Ludwig Feuerbach, cit.), meglio che venga educato fin da piccolo.
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