Ho sentito Bottura per un articolo sullo spreco alimentare che trovate a questo link, l’ho sentito per telefono perché era a New York tra una conferenza e un’altra. È stato al solito sempre gentile, mentre saliva su un taxi e diceva che non aveva tempo, anche se poi, alla fine, il tempo per dire qualcosa a cui tiene lo trova sempre. Poche parole, ma importanti, in attesa del suo Bread is Gold la cui dati di pubblicazione sembra ora fissata per il 7 novembre 2017.
Dopo Milano e Rio, Londra. Il 5 giugno, Massimo Bottura ha inaugurato a Earl’s Court il Refettorio Felix, altro progetto della fondazione Food for Soul insieme all’associazione di beneficenza Felix Project, mensa che offrirà alle persone bisognose più di due mila pasti preparati da chef con ingredienti di recupero. «Non si tratta però di un progetto di carità, ma culturale» dice il cuoco modenese. «Di un’altra mensa per i poveri non c’era bisogno, c’è bisogno invece di mettersi in prima linea contro lo spreco. I numeri parlano chiaro: 860 milioni di persone che non hanno da mangiare e un miliardo e mezzo in sovrappeso». Cucinare insomma, come appello ad agire. A metterci la faccia. «Gli chef possono rendere visibile l’invisibile e trasmettere il loro sapere agli altri. A fine ottobre sarà pubblicato Bread is Gold (Phaidon), libro sul lavoro fatto al Refettorio di Milano. Sarà l’Artusi del Duemila, con ricette che grandi cuochi hanno realizzato con ingredienti normali. È un inno alla mentalità delle nonne, quella che mi faceva andare a letto con una tazza di latte caldo e cioccolato. Per sfamare il mondo, non dobbiamo produrre di più. Dobbiamo solo consumare meno».
Intervista pubblicata su Gioia! 18 maggio 2017