Come ha fatto una piccola isola a poco più di 64 chilometri dalla costa sud della Svezia, raggiungibile con una mezz’ora di aereo da Copenaghen o con una buona giornata di traghetto, a diventare una sorta di buen ritiro per gli amanti di vacanze eco friendly e cucina gourmand, è uno dei misteri della lungimiranza del popolo danese. In effetti, a Bornholm, è stata anche girata una trilogia di film per ragazzi che mescola i segreti dei Templari e del Sacro Graal con la solita, e invidiabile, educazione sentimentale alla danese, a dimostrazione che la natura quantomeno arcana dell’isola si deve persino all’antica disposizione delle famose chiese bianche e rotonde, e di alcuni monoliti.
Quello che non è un mistero invece, è come Bornholm sia riuscita a risollevarsi da una crisi economica senza precedenti che aveva fatto scendere la popolazione sotto i 40 mila abitanti. Una salvezza chiamata Bright Green Island e che ha portato a concepire Bornholm come un’isola laboratorio in cui si testano materiali, soluzioni innovative per il riciclaggio e l’upcycling, sistemi di purificazione e isolanti, pannelli solari, biomassa. La Green Solution House progettata dallo Studio 3XN, una casa candida che passerebbe inosservata anche percorrendo in bicicletta la strada che la costeggia, è il cuore di questo movimento: primo esempio europeo di lifecycle design ed ennesimo passo verso quell’autonomia energetica che si completerà nel 2025.
Ma appunto, chi credesse di trovarsi in un summit perenne di studiosi ambientalisti, sbaglierebbe. Bornholm non sfugge, nonostante la lontananza e la quiete, alla diffusa gioventù che caratterizza la Danimarca. Sarà perché qui, in fondo, il sole arriva prima di altre terre danesi, e le correnti del Mar Baltico regalano un clima gradevole anche a settembre. Il Bornholm Cultural Week si svolge proprio dal 16 al 25 settembre, ed è un inno alla rinascita. Una rinascita che è cominciata alla fine degli anni Novanta, quando Bornholm ha investito pesantemente nel settore del turismo. E, bisogna dirlo, ci è riuscita. Hanno portato ceramisti (lovilisted.dk e ohoak.com), vetrai (balticseaglass.com e liseeggers.dk) poi riuniti in un’associazione di giovani artigiani. Hanno trasformato le vecchie case di affumicatura delle aringhe in ristoranti e musei (ad Hasle, ce n’è una molto grande con la ciminiera) e hanno valorizzato vecchi alberghi balneari degli anni Trenta come il Melsted Badehotel in piccoli e silenzioni gioielli per chi (come la sottoscritta) ama le luci e gli spazi del mare del Nord.
Come di riflesso alla capitale ormai pluristellata però, a farla da padrone, anche a Bornholm è il cibo. Biologico e gourmet, naturalmente. Sui gradoni che guardano il tramonto del Gaarden (nella foto) se ne può avere un assaggio, tra succhi iper naturali, pesce fresco e formaggi locali. Poi ci sono i mercati di prodotti del luogo, come quello di Gudhjem, dove si trovano dalla carne di particolari maiali pezzati alla fantastica liquirizia di Lakrids. Ma il tempio del manu stellato è senz’altro Kadeau, un ristorante con vista infinita su dune, licheni e mare, che accoglie tra i suoi piccoli giardini coltivati a erbe aromatiche, e che vorrebbe fare a gara con la navigata Copenaghen e la sua Nordic Cuisine. Piatti scenografici e ingredienti preziosi che vanno dalle ostriche ai funghi fermentati.
A dirla tutta, la cosa migliore, anche se il saliscendi può essere faticoso, è andare in biciletta. E d’altra parte ci sono ventuno piste ciclabili che coprono praticamente tutta l’isola, tre piste per mountain bike e una per i bambini. Godersi la scogliera della costa occidentale, con i suoi tratti di spiaggia di sabbia fine e bianca, costellata di alberghi; andare per i villaggi, piccoli e colorati come Køretur, Svaneke, Aakirkeby e Christiansø Fahrt; fermarsi a fare uno spuntino dalle fattorie come quella di Hallegaard che tra una sala di stagionatura per salatini offre romantici piatti fioriti. Ecco cosa fare. Se vi sembra poco.
Info: VisitDenmark; Giverviaggi